Vittime ne miete più l’amore della guerra
più la dolce passione della calda radiazione
cadente e martorita non la vellutata pelle
ma tranci di cuore disidratato e avvizzito
e gli amanti si scambiano baci senza spoletta
fredde granate pronte a letali esplosioni
e non piangeranno più dagli occhi spenti
bulbi oculari assenti come estinto è vigore.
© Vittorio Tatti
???
Niente, l’amore paragonato alla guerra.
Si, si, avevo capito … Ma non coglievo il senso di alcune frasi, non che siano affari miei … 🙂 …
Non lo so, non le colgo neanch’io.
Ah, ok … Allora tutto chiaro … 🙂 …
Spiego: è una poesia del 2016 su un dipinto di Otto Dix (ma non ricordo quale).
Ok … Il cerchio si stringe … Siccome sono curiosa me li vado a cercare e vediamo se colgo il “nesso” … Grazie per il passatempo … 🙂 … Bella comunque la poesia, anche se ermetica.
Secondo me eri in un periodo di guerra interiore, dato che dici che è stata scritta nel 2016, e la vedo un po’ confusa.
Sì, poco dopo la fine di una relazione.
Però i dipinti di Otto Dix mi piacevano abbastanza.
Bella, ma non vera… purtroppo le guerre uccidono molto di più!
In termini numerici sì.
Ci ho riflettuto su anche io molte volte. Nessuna legge tutela dalle turpitudini che accadono quando uno è invischiato in una sordida storia d’amore…
No, a meno di non fare come nel film Equilibrium.