Di poesie, poeti e poetesse

Giro di lettura dedicato alla poesia. Tra casa e biblioteca ho letto anche altri libri monografici, ma non ho inserito le foto in quanto poi dovrei parlarne singolarmente.

Sulla poesia in generale ho da esprimere alcune riflessioni personali, premettendo che con essa ho avuto da sempre un rapporto conflittuale: odiata profondamente ai tempi della scuola per il fatto di doverla imparare a memoria tanto per (senza che me ne venisse nemmeno spiegato il significato, anche se non mi sarebbe importato), ho iniziato ad apprezzarla e a scriverla solo da una decina d’anni (con risultati altalenanti).
Quando si tratta di poesia straniera, non avendo modo di apprezzare la metrica in lingua originale, devo adattarmi per forza di cose a una sommaria traduzione (che, in un certo senso, la riscrive quasi da zero). In questo caso valuto solo il contenuto e non com’è stato trasmesso.
La poesia in italiano presenta ovviamente meno problemi di comprensione, ma non per questo risparmio critiche e giudizi negativi.

In linea di massima apprezzo poco i contenuti tipici della poesia sociale, teocentrica e umanista (soprattutto quando considera la Natura nemica dell’essere umano anziché l’opposto) e in versi liberi: la trovo eccessivamente logorroica, prosaica e antropocentrica. Vien da sé che questa motivazione mi spinge a escludere molti/e poeti/tesse noti/e dalle mie preferenze personali.
Sorvolo sull’ispirazione derivante dall’utilizzo di sostanze stupefacenti, a patto che il risultato finale sia estremamente intimista.
A conti fatti – e questa è un’opinione personale che non ammette repliche – considero Poesia (con la P maiuscola) unicamente quella del Dolce Stil Novo legato all’amor cortese: endecasillabi e presenza di una musa femminile, tormento e agonia, desiderio e passione.
In seconda posizione piazzo quella intimista, egocentrica, il sé in rapporto a sé o al mondo.

Avrei voluto citare alcuni nomi tra i più detestati e, per me, incomprensibili, ma ho cambiato idea. Invece nominerò le mie preferenze.
Per la poesia straniera ho due nomi – uno femminile e uno maschile – da offrire: Emily Dickinson e Edgar Allan Poe; come riserva di quest’ultimo inserisco Charles Baudelaire (famoso per lo spleen).
Potrei menzionare diversi poeti italiani, ma mi limiterò a uno: Guido Guinizelli; Ludovico Ariosto lo metto come riserva, perché non mi sembra che sia considerato stilnovista.
Invece mi asterrò dal nominare la mia poetessa italiana preferita, in quanto è decisamente molto contemporanea (l’ho conosciuta personalmente ed è ancora giovane) e comprendo che potrebbe non gradire di essere citata da me. Ciò non toglie il mio apprezzamento nei suoi confronti come artista della parola scritta.

Adesso, se volete, potete esprimere le vostre preferenze (possibilmente motivandole).

Vittorio Tatti