Il cassetto: luogo contenitore per eccellenza in cui riporre cianfrusaglie, tesori oppure oggetti di uso comune.
Accanto al proprio letto penso che chiunque abbia un comodino o l’equivalente in un piano d’appoggio che vive in simbiosi con un contenitore orizzontale in legno, in plastica o in metallo.
Il cassetto può essere capiente come una cattedrale o appena sufficiente per contenere lo stretto indispensabile della vita di una persona. Può avere il pomello consumato dal suo uso eccessivo o nuovo di zecca, come se ogni tanto meritasse un regalo di compleanno per l’egregio lavoro svolto. Cigola a causa dell’attrito o scorre liscio come l’olio.
Assiste silente e discreto alle nostre interazioni sociali o ai nostri deliranti sfoghi. Talvolta rimane mezzo aperto con sbadataggine e disinvoltura, estroverso e socievole. Altre volte resta costantemente chiuso a chiave, protettivo e geloso dei propri segreti. E solo a pochi eletti mostra l’eventuale doppio fondo celato alla vista, come fosse una fragile anima che teme di essere anche solo sfiorata da mani inesperte.
Percepisce le nostre emozioni quando viene chiuso con foga e rabbia o aperto come fosse un delicato sarcofago. Ode imprecare o canticchiare.
Testimone oculare dello scorrere del tempo come un viaggiatore incaricato di raccogliere esperienze, ha accolto in sé centrini della nonna e occhiali da vista, cellulari e lettori mp3. E anche fazzoletti, foto, preservativi, caramelle, medicine, pile, agende, matite, tappi per le orecchie, cerotti.
Aprire un cassetto significa incunearsi nei meandri della vita di una persona, come se si sbirciasse nella sua mente e nel suo cuore. Significa derubarlo della propria intimità o divenirne parte.
Il cassetto custodisce per noi ricordi e abitudini. Quel piccolo universo a forma di parallelepipedo è un’estensione dei nostri desideri.
Com’è il vostro cassetto?
Vittorio Tatti
complimenti per la scrittura, meglio non potevi descriverlo, anche in aspetti che nella fretta quotidiana lo feriscono.
Il mio cassetto…ehm…i miei cassetti, sono, dipendentemente dalla stanza, disordinati più o meno, perchè colmi e spesso ravanati per cercare qualcosa; dunque richiedono sempre un riassetto
Tu preferiresti averli sempre in ordine o ti vanno bene anche “caotici”?
l’ordine è una gran bella cosa, ma bisognerebbe avere più spazio. Quello che non ho
Non potevi descriverlo meglio quanti cassetti Vittorio soprattutto in questi giorni
Eh, alcuni li si vorrebbe sempre aperti e altri sempre chiusi.
Vero
Ho un cassetto pieno di sacchetti biodegradabili da utilizzare quando sarà (li tengo lì perché se li vede la mia compagna me li butta subito via).
Ho un cassetto con una scatola piena di cose che un giorno mi serviranno (ma poi non mi servono mai).
Ho un cassetto con tutte mutande stipate che quasi non c’entrano più.
Ho un cassetto che non apro mai. Chissà cosa ci ho messo dentro.
I sacchetti biodegradabili è meglio non tenerli troppo a lungo, altrimenti li trovi bucherellati.
La scatola piena è una sorta di kit d’emergenza?
Sì, so che tendono a sfaldarsi i sacchetti bio se li tieni troppo a lungo… 😉
La scatola piena ha dentro una serie di accozzaglie di tutti i tipi. Potrei dire che è un cassetto anch’essa 😉
Bella creatività stamattina! 😀
I miei cassetti… Intanto quelli solo miei sono, appunto, miei soltanto e nessuno deve metterci le mani. Cerco di tenerli in ordine ed organizzati, perché non amo impazzire per cercare qualcosa di cui ho bisogno, usufruendo, a volte, di appositi contenitori. Anche se capita che qualcosa sfugge al mio controllo.
La risposta è molto in linea con il tipo di carattere che emerge da quello che scrivi.
I contenitori di cui parli sono dentri i cassetti o fuori?
Dentro. Non sono visibili.
Ho un cassetto molto capiente in cui infilo le cose che trovo per casa e che non hanno un posto loro riservato. Quando ho bisogno di qualcosa, dalla graffetta alla lampadina, cerco nel cassetto, e di solito lo trovo.
Quindi il tuo cassetto è come il gonnellino di Eta Beta.
Quando finisci una cosa la rimpiazzi o ci rimane fino a esaurimento scorte se non trovi una diversa collocazione?
Fino ad esaurimento scorte, o fino a che non trovo qualcos’altro in casa che non ha un posto dove stare.
Ho cassetti in ogni stanza, dentro c’è di tutto e spesso mi ci perdo io stessa. Quelli più pesanto contengono i miei diari scritti a mano che contnuano ad aumentare.
Bello l’ultimo.
Pensi di digitalizzarli per preservarne il contenuto?
No, quelli contengono i miei pensieri più profondi, quelli che non ha mai letto nessuno e che nessuno leggerà mai perché un giorno li brucierò. Là c’è tutta la mia vita interiore.
Potresti diventare ricca, postuma, ma sempre ricca.
Io e il mio corpicino siamo stanchi. Non mi interessa diventare ricca. Non ho ascendenti nè discendenti. Ho solo rari amici scelti con cura.
Ho cassetti pieni zeppi ovunque e non troppo disordinati…è la mia scrivania che pare il dorso di un asino
Nel senso che è sovraccarica?
Sì….un orrore che prima o poi sistemerò. Lo farò quando farà caldissimo almeno le imprecazioni affonderanno nella sensatezza del momento
Io ho il caos ovunque, mio marito che è un chimico dice che la S non sta per l’iniziale del mio nome ma per entropia 😀
In alcuni cassetti non ho idea di cosa ci sia…Ogni tanto trovo “tesori”.
È un caos premeditato oppure nasce inevitabilmente dopo l’ordine iniziale?
Cresce da solo e si espande ad altre zone della casa.
Che bella descrizione!
Il mio cassetto accanto al letto è pieno di cose, di tanti ricordi.
È ordinato o disordinato?
Disordinato (purtroppo come molti dei miei cassetti. in cui l’ordine dura lo spazio di “un giorno come le rose” 🥀)
I miei cassetti? Sono pieni di ricordi … Ogni cosa che ho è di fatto un ricordo. Un esempio? Non seguo la moda, compro quello che mi piace, e lo tengo e uso per anni e anni, oppure anche se non metto più un indumento lo tengo perchè mi ricorda qualcosa, per cui non solo i cassetti dono pieni di ricordi ma anche gli armadi … Stessa cosa per la cucina, uno strumento non è uno strumento è quello che mi serve per fare una delle mie pietanze preferite che poi mi gusto con piacere … Per me le cose non sono cose ma ricordi e i cassetti non sono cassetti, ma contenitori di ricordi … Nota stonata : tutto questo “ricordare” conservato in modo ordinatissimo, ovviamente, e catalogato con cura. La mia personalità romantica deve convivere con quella precisina che ama tanto fare le pulizie e che odia la disorganizzazione. Lo so, sono un disastro … 🙂 …
Non c’è niente di male nell’ordine.
Quindi sei una sorta di accumulatrice compulsiva di ricordi?
Penso che accumulatrice possa rendere l’idea, ma compulsiva no, in quanto non getto via niente ma non acquisto nulla di inutile (evito proprio), per cui non ci sono “cianfrusaglie” nei cassetti … 🙂 Per anni e per motivi che non sto a spiegare, i miei cassetti sono rimasti chiusi, direi sigillati, e aperti solo raramente … In questo periodo “strano”, per diletto personale, li sto riaprendo tutti, per spolverarne il contenuto, perchè non so quando potrò farlo ancora … Il mio “improbabile” blog è un mezzo per fare questo, riaprire i cassetti, gustarmi il contenuto e poi richiuderli.
Bella questa varietà di vedute sul cassetto e in effetti, le descrivi alla perfezione. Io sono un po’ segnata dai cassetti, in quanto accumuli di cose e di pensieri. Sono, per una situazione personale non dovuta a me, orientata verso lo stipamento e il “vediamo poi cosa farne” e ciò mi provoca una forte sofferenza. Inseguo il minimalismo ma non lo afferro mai. Forse troppo presa dal riempire situazioni con altre che penso possano compensarle. In casa, da quando ho lasciato quella famigliare, svuoto più cassetti possibile. Tengo pochissimi ricordi e spesso sono nel PC. Penso che quanto lasciato in giro per la casa e chiuso dentro qualcosa, sia in realtà altro peso che portiamo in noi.
Sembra quasi una relazione sentimentale col cassetto.
Sì, può anche essere così. Diciamo che molto spesso gli oggetti all’interno portano a farsi domande.