Qualche mattina fa, in biblioteca, è venuta in visita una classe della scuola materna; non succedeva da ben prima della pandemia, se non ricordo male.
Accompagnati da due maestre, i bambini hanno avuto modo di sfogliare i libri illustrati preparati per loro e ne sono stati selezionati alcuni da utilizzare per i progetti scolastici.
Da questo punto di vista la biblioteca è decisamente poco sfruttata (su questo ho polemizzato più volte). Il piccolo locale che accoglie più di 7200 volumi in inventario la dovrebbero rendere abbastanza fruibile da parte di diverse tipologie di lettori e lettrici. Ma così non è.
Alcuni paesani, in passato, hanno criticato la mancanza di apertura pomeridiana; peccato che, fino a qualche anno fa, ci fosse e nessuno se ne servisse. A esclusione delle feste comandate i miei turni sono sempre coperti, anche ad agosto, durante le festività natalizie e pasquali e il sabato mattina. Nemmeno durante le vacanze, le ferie e il fine settimana queste persone si sono mai viste.
Perché non ammettere semplicemente che leggere non interessa? Ormai è lampante. Del resto una precedente amministrazione comunale si era espressa contro l’apertura della biblioteca perché ritenuta inutile. Quindi potete farvi un’idea della mentalità dilagante della maggior parte dei paesani. Le uniche attività ritenute utili sono zappare la terra, spargere catrame e cemento, cacciare, allevare e ammazzare animali: il resto è roba da gente che non contribuisce al benessere sociale solo perché i pensieri non sono tangibili.
Nonostante questa ritrosia nei confronti della cultura e della parola scritta, a gennaio abbiamo stabilito il primato di libri presi in prestito, battendo quello precedente che risaliva esattamente a un anno fa.
Da quando sono l’unico bibliotecario ne ho approfittato per riorganizzare le varie sezioni. Per due volte ho movimentato, tutto da solo, gli oltre 7200 volumi per sfruttare meglio gli spazi e rendere la distribuzione delle sezioni più sensata. Terminato quel lavoro ho controllato singolarmente i libri uno per uno per aggiornare l’inventario elettronico e verificare che fossero nella sezione e nell’ordine alfabetico corretto. L’ultima fase è stata il confronto tra inventario elettronico e cartellini cartacei.
Anche se c’è voluto parecchio tempo (oltre un mese la prima volta, un paio di settimane la seconda) e per un certo periodo la biblioteca è stata caotica (c’erano libri sparsi ovunque), direi che ne è valsa la pena.
Adesso c’è una logica nell’organizzazione generale e i libri sono tutti dove dovrebbero essere, sebbene ogni tanto capiti che qualche lettore, in fase di scelta, ne riponga uno o due in maniera errata. Ma sono pochissimi i libri che sfuggono al mio occhio attento e vigile (anche perché sono molto pignolo); a volte mi basta uno sguardo di sfuggita per correggere lo sbaglio.
Ce l’ho un po’ di vizio questa abitudine di stravolgere e riorganizzare, di fare tabula rasa e ricominciare da zero. Sento come una vocina che mi dice che c’è sempre una disposizione migliore alla quale, per qualche misteriosa ragione, non avevo pensato in precedenza.
E poi mi piace etichettare, assegnare a ogni cosa il proprio posto. Del resto lo faccio anche con le persone: l’indefinibile, per me, non è contemplato.
Mi succede in biblioteca, nel blog e anche nei rapporti personali. Il vantaggio dei libri è che loro non si oppongo al mio “ordine naturale delle cose”.
Pubblico alcune foto della biblioteca.
Vittorio Tatti
Il mio sogno sarebbe quello di lavorare in una biblioteca, ma senza utenti scortesi
Qua per adesso non lo sono, anche perché sono pochissimi in percentuale ai residenti (quelli sì, scortesi e anche peggio).
Anch’io sono così: ogni tanto ho bisogno di eliminare, spostare, riorganizzare, cambiare… Un altro difetto di fabbrica? 😅 Ed anche io mi accorgo dei dettagli che vengono spostati o modificati, dopo il mio “ordine”.
Comunque, nonostante la mole di lavoro non sia stata indifferente per te, penso ti abbia dato abbastanza soddisfazione il risultato, no?
Forse non siamo noi a essere difettosi, ma tutti gli altri.
Il risultato è stato soddisfacente, anche perché ho avuto praticamente carta bianca.
Il tuo regno
Sì, in un certo senso lo è.
vivi tra libri e gatti… mon dieu, che – bonaria – invidia
Non è tutto rose e fiori.
niente lo è, Vitt.
“Ce l’ho un po’ di vizio questa abitudine di stravolgere e riorganizzare … “, come ti capisco! Detto questo, io adoro le biblioteche e avevo nel cassetto un post che vado a pubblicare … Grazie mille per lo spunto! E buon lavoro, che stai facendo egregiamente!
Attendo la pubblicazione.
Grazie.
Fatto, era praticamente già pronta … 🙂 …
È bellissima la “tua” biblioteca! Io ho lavorato per molti anni in una libreria indipendente sull’isola d’Elba, invece. Sentivo la tua stessa esigenza di sistemare tutto e ritrovare nuovi spazi, ogni volta che finivo di riordinare i volumi in nuove posizioni. Che bel periodo.
Belle anche le librerie indipendenti.
A fine mese, qua da me, ne chiuderà una gestita da una mia amica.
Avevo letto un post su FB, di una libreria in prossima triste chiusura… ma non ricordo il luogo. Sarà la stessa? Chissà. 😥
Il luogo è Acqui terme.