Dormire, ma non dormire

Avete delle abitudini personali che impattano col dover vivere a certi ritmi, perennemente condizionati da orari, appuntamenti e interazioni sociali varie? Io ne ho una che, al di là dell’essere o meno misantropo, mi rende abbastanza rognosa la permanenza in posti abitati da altre persone. Che poi, a conti fatti, è una delle tante motivazioni a spingermi a voler vivere in un luogo isolato.

Sono mattiniero, molto mattiniero. Non mi alzo mai più tardi delle 6, nessun giorno della settimana: che sia feriale o festivo (Capodanno incluso), che debba andare in biblioteca, a fare la spesa o rimanere a casa, che sia andato a dormire più tardi del solito. Alle 6 inizio le mie attività quotidiane, sempre.
Avendo gatti in casa è assai probabile che alle 4 o alle 5 non si dorma più, ma garantisco che non esiste alcuna forza nell’universo che mi trattenga a letto dopo le 6; in quel caso sono io a svegliare i gatti, ammesso che si siano rimessi a dormire.
L’essere mattiniero si traduce con un progressivo esaurimento di forze prima di sera. Dipendesse da me il pomeriggio, che considero stressante oltre ogni limite, non esisterebbe. Se abitassi in un posto realmente isolato, privo di rumori, penso che alle 20 sarei già a letto.
Invece, a dispetto delle mie abitudini, sembra che tutto il resto del mondo non solo inizi le proprie attività più tardi, ma probabilmente ci saranno flebo di caffeina sempre pronte per avere energie da spendere anche oltre le 22 (pur dovendo andare a lavorare l’indomani mattina). Quindi, anche se volessi, non potrei anticipare l’ora del riposo. E sicuramente non voglio posticipare quella della sveglia.

Eppure sarebbe tutto più semplice e rilassante se potessimo iniziare le attività quando sorge il sole e cessarle quando tramonta; a una certa ora si chiude e spegne tutto e si torna a casa. Se poi uno vuole rimanere sveglio a oltranza sono fatti tuoi, ma non disturbi chi gli sta intorno.
A voi la parola.

Vittorio Tatti

23 pensieri su “Dormire, ma non dormire

  1. Ovvio che quel che dici è stragiusto.
    Il mio calo comincia già dopo pranzo. Alla sera spesso mi addormento sul divano intorno alle 21. Qui da me comunque andiamo a dormire presto sennò poi la mattina si fatica ad alzarsi. Mentre la tv vorrebbe tenerci alzati almeno un altro paio di ore, solo per rifilarci altre due/tre ore di pubblicità (si fottano!).

  2. Una volta era così, la giornata iniziava e finiva col sole, e probabilmente era anche più sano rispettare certi ritmi di sonno/veglia. Credo che molto sia cambiato già con l’invenzione dell’elettricità, poi il resto è venuto da sè.

  3. Il mio paese è piccolo e io abito in una strada lontana dal centro, ma dalla primavera sino all’autunno alle tre di notte la musica delle discoteche mi arriva in casa perché qui ci esistono soltanto attività ludiche e turistiche. Per tutta la bella stagione si celebrano matrimoni con relativa festa e almeno tre volte a settimana sparano fuochi artificiali a mezzanotte.

  4. Ho notato sulla mia pelle che i ritmi cambiano anche in base alle età, oltre alle necessità di vita. Poi, certo, ci sono comunque gli stupidi che non riconoscono i segnali che il proprio organismo gli manda e continuano a far baldoria fino a tardi. Ma, appunto, ne pagheranno le conseguenze loro.

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