Sulla mia Musa

Visto che me l’avete chiesto in tanti/e soddisferò la vostra curiosità circa l’esito della mia vicenda amorosa con la Musa, ma la Sua identità rimarrà segreta perché è così che ho deciso.
Ebbene, l’esito è stato quello da me ampiamente previsto (indice di attendibilità: 80%), anche se non quello sperato. Pazienza.
Vi assicuro che non ho bisogno di essere consolato. Anche se mi piace leggerli non siamo i protagonisti di un romanzo di Verga, quindi lasciamo da parte i melodrammi.

Evitiamo frasi scontate e inopportune quali “Non ti merita” o “Troverai di meglio”.
Primo: stiamo parlando di una Ragazza splendida e gentile che ha esercitato il proprio sacrosanto e inalienabile diritto di decidere per se stessa. Secondo: non siamo tutti uguali, non siamo necessariamente speciali, non dobbiamo per forza attrarci reciprocamente. Terzo: a modo Suo mi apprezza, e questo mi basta (non è vero, ma alcune sconfitte vanno prese con sportività).

A me piace ancora molto, e continuerà a piacermi per un tempo indefinito e indefinibile. È una Ragazza che ai miei occhi appare meravigliosa, magica, fatata. È persistente nelle mie visioni d’amore e protagonista dei miei sogni. Pensare a Lei è confortante e doloroso allo stesso tempo.
Trovo bello che, nonostante tutto, ci sia ancora. Certo, sarebbe stato ancora più bello se… Posso essere biasimato per questo?

La considero tuttora la mia Musa e non sono pentito di averLe dedicato alcune poesie e un e-book (Sussurrando alla musa; a scanso di equivoci, preciso che il Suo nome non è scritto nemmeno lì).
Coerentemente con quello che sono, continuerò a scrivere per Lei finché i miei sentimenti mi ispireranno a farlo.

Vorrei solo precisare che, anche se in alcune poesie posso dare l’idea di esacerbare i toni, nei confronti della mia Musa non percepisco nemmeno un briciolo di emozione negativa. Si tratta di licenza poetica adatta a descrivere lo stato d’animo, ma nient’altro.
Lei, anzi, mi piace ancora più di prima.

Com’è venuta improvvisamente forse se ne andrà nello stesso modo, ma questo sarà solo il tempo a dirlo.
Ormai Lei sa quello che provo nei minimi dettagli e non replicherò in pubblico perché sarebbe sconveniente e scortese. E perché non riguarda nessun altro.
Nel caso passasse di qua e leggesse queste parole, La saluto a distanza con un bacio.

Quello che volevo scrivere l’ho scritto. La discussione inizia e termina qui.

Vittorio Tatti

Sussurrando alla musa

Per molti di voi quello che ho fatto potrebbe non avere senso, ma forse non è importante che ce l’abbia. Quello che conta è la motivazione, e questa musa segreta ha avuto la capacità di attrarmi a sé pur senza attrarmi a sé.
Per quanto mi riguarda basta e avanza per dedicarle una raccolta di poesie. In un certo senso l’ho resa immortale, anche se lei non se ne rende conto.
Solo io conosco il suo nome e cognome e il suo volto. Solo io so quanto può essere dolce ed estasiante la fantasia di una sua carezza, di un suo bacio; che certo non può reggere il confronto con la realtà, ma nel mio caso si tratta solo di pura ispirazione. Per uno innamorato dell’amore a volte basta. Non sempre, ma qualche volta ci si deve accontentare.
Lei non sa niente, io non pretendo nulla e nessuno si fa male. Tutto qui.

Sussurrando alla musa è disponibile ora su Amazon e altre librerie digitali.

Vittorio Tatti

Di poesie, poeti e poetesse

Giro di lettura dedicato alla poesia. Tra casa e biblioteca ho letto anche altri libri monografici, ma non ho inserito le foto in quanto poi dovrei parlarne singolarmente.

Sulla poesia in generale ho da esprimere alcune riflessioni personali, premettendo che con essa ho avuto da sempre un rapporto conflittuale: odiata profondamente ai tempi della scuola per il fatto di doverla imparare a memoria tanto per (senza che me ne venisse nemmeno spiegato il significato, anche se non mi sarebbe importato), ho iniziato ad apprezzarla e a scriverla solo da una decina d’anni (con risultati altalenanti).
Quando si tratta di poesia straniera, non avendo modo di apprezzare la metrica in lingua originale, devo adattarmi per forza di cose a una sommaria traduzione (che, in un certo senso, la riscrive quasi da zero). In questo caso valuto solo il contenuto e non com’è stato trasmesso.
La poesia in italiano presenta ovviamente meno problemi di comprensione, ma non per questo risparmio critiche e giudizi negativi.

In linea di massima apprezzo poco i contenuti tipici della poesia sociale, teocentrica e umanista (soprattutto quando considera la Natura nemica dell’essere umano anziché l’opposto) e in versi liberi: la trovo eccessivamente logorroica, prosaica e antropocentrica. Vien da sé che questa motivazione mi spinge a escludere molti/e poeti/tesse noti/e dalle mie preferenze personali.
Sorvolo sull’ispirazione derivante dall’utilizzo di sostanze stupefacenti, a patto che il risultato finale sia estremamente intimista.
A conti fatti – e questa è un’opinione personale che non ammette repliche – considero Poesia (con la P maiuscola) unicamente quella del Dolce Stil Novo legato all’amor cortese: endecasillabi e presenza di una musa femminile, tormento e agonia, desiderio e passione.
In seconda posizione piazzo quella intimista, egocentrica, il sé in rapporto a sé o al mondo.

Avrei voluto citare alcuni nomi tra i più detestati e, per me, incomprensibili, ma ho cambiato idea. Invece nominerò le mie preferenze.
Per la poesia straniera ho due nomi – uno femminile e uno maschile – da offrire: Emily Dickinson e Edgar Allan Poe; come riserva di quest’ultimo inserisco Charles Baudelaire (famoso per lo spleen).
Potrei menzionare diversi poeti italiani, ma mi limiterò a uno: Guido Guinizelli; Ludovico Ariosto lo metto come riserva, perché non mi sembra che sia considerato stilnovista.
Invece mi asterrò dal nominare la mia poetessa italiana preferita, in quanto è decisamente molto contemporanea (l’ho conosciuta personalmente ed è ancora giovane) e comprendo che potrebbe non gradire di essere citata da me. Ciò non toglie il mio apprezzamento nei suoi confronti come artista della parola scritta.

Adesso, se volete, potete esprimere le vostre preferenze (possibilmente motivandole).

Vittorio Tatti

Animanera

Giustamente non ve ne fregherà niente, ma è disponibile su Amazon e altre librerie online la mia nuova raccolta poetica: Animanera.
Nutrivo da tempo l’idea di pubblicarla, ma prima ho preferito dare la precedenza al romanzo L’ultima impronta sulla terra in quanto era già pronto da un anno e mi stavo stancando di procrastinare a oltranza.
Titolo, copertina e sinossi dovrebbero dare una chiara idea del tipo di contenuto della raccolta, quindi non mi dilungherò oltre. In ogni caso allontanate da voi qualsiasi speranza di leggere versi su fiori, arcobaleni, fate, unicorni, amicizia, inclusività, etc.
Finalmente mi sono tolto anche questo peso dalle (s)palle. Non scrivere: quello non è mai un peso. Convertire un semplice testo per il formato epub è, invece, una rogna galattica. Sia sempre maledetto chi ha inventato quell’orrendo formato.

Allo stato attuale mi rimane da pubblicare ancora la filastrocca in rima per il libro illustrato, ma non riesco a trovare una soluzione su come disegnare a mano le illustrazioni; e, mi dicono dalla regia, un libro illustrato senza illustrazioni non sarebbe tale.
Se avessi uno stile mio – pulito e riconoscibile – potrei anche tentare la sorte e accontentarmi di qualche scarabocchio, ma se abbozzassi qualsiasi cosa temo che uscirebbe uno sgorbio che nemmeno un bambino delle elementari disegnerebbe.
Credo proprio che questo progetto rimarrà incompiuto ancora per parecchio tempo.

A breve, umore e tempo permettendo, inizierò un nuovo romanzo. Più verosimilmente sarà un racconto, in quanto non credo che inserirò personaggi secondari né intrecci narrativi.
L’argomento sarà la follia: quella del protagonista. Che poi è anche un po’ la mia.
Certo, lo scriverò. Forse, lo pubblicherò. Questo, ancora meno degli altri, sarà un racconto che nessuno/a di voi vorrà leggere. Lo so per certo.

Vittorio Tatti